l’Elba assediata in un calice di birra
è la danza di una lingua attorno a un pene,
si scontano i peccati sotto al sole
e radono capelli come pesi alla coscienza –
orgoglio è quello che non si dice
oltre il punto dove un’isola comincia,
che in estate si sopporta proprio tutto
tranne il carnevale e le domande.
la lotta non va mai in vacanza – ahimè
né la letteratura per soggetti asessuati
avete i culi fatti tutti uguali.
ombre a scrocco – fra le darsene del ricordo
e una calata punk
abbronzeranno il tuo dolore;
di sale intessuto nel legno, l’orgasmo
mancato ad ogni pianto di bambino –
passando in poche curve
da una poesia all’altra.
Portoferraio resta a galla aggrappandosi alla rada
che sembra essere stata stesa lì per lei
come un diamante in maglia erosa dal vento –
qui i gatti sanno anche attraversare la strada.
entri a casa col pescato dei suoi versi
ubriacandoti dei campi e dei vigneti di Lacona,
lasci maturare i grappoli del sogno – alla deriva dei pensieri
però torni sui tuoi passi per un po’ di gelsomino
ed un vicolo rappreso del Buchino.
il Volterraio è fatto apposta
per erigersi agli assalti della nebbia
il suo corpo si arenava nella sabbia –
facendosi nudo
vestita in respiro di agave e colori autunnali
preziosa è la memoria del poeta
in pace con i suoi orari.
prende ferie dal rimorso, l’artigiano mattiniero
dove adesso abbaia il cane
ed il freno più non regge la discesa –
scolorita l’acqua razionato il pane.
le murene di Ortano sulla piastra
– ho imparato l’uomo qui fra questi monti –
mezzelune arancio stravaccate a sera
sopra i tetti di Piombino.
Rio Marina fuoco d’artificio
contro il cielo che si strizza nel canale;
lo scirocco saprà fare il suo mestiere
e lo zenit scorderà che cosa dire
dopo un paio di settimane qua
passa inosservata anche l’Italia,
quando la libertà rimase esule in Via Solferino
sotto la pioggia non c’era niente da scrivere a nessuno.
vorrei essere come questa terra
un verbo che non ha soggetto –
addormentarmi al vespro alla finestra degli abissi
fra le rive del sonno – risvegliarmi sul ciglio di una scogliera
fra colline rosse d’imbarazzo.
se la ascolti è come un quadro di van Gogh
stessi pochi, poveri pastelli:
mai una volta in cui due tele siano uguali
mai due sguardi della stessa confusione.