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alienazione del post-moderno

 

 

<<hey man, a very special offer!>>

<<hola hombre, una oferta muy especial!>>

<<bonjour monsieur, une offre très spéciale!>>

 

 

 

la chiameranno con nome proprio

la lama latente ai sorrisi

dei loro vuoti a rendere –

all’alba dei giorni che costringono al pensiero {il pensiero}

autenticandoti

un assunto di idiozia

 

 

    Snack bar after

 

 

BIBLIOTECA NAZIONALE CENTRALE

è come dire s’è capito ormai

che Berlusconi ce l’ha piccolo,

ma il problema è

che non lo sa –

 

 

 

 

usare. provateci pure – mira –

ad andare oltre voi stessi

specie quando la città

sprofonda nel rosso > spesso

quel che troverete sarà solo un < viscido

 

ignobile nulla – che se le scimmie

danzano: noi siamo

tutti

uomini morti –

e tu lo sai, amatissima carogna

che vinsi così quella guerra

pur lasciandoti da sola in battaglia

quella notte, coi tuoi incubi,

 

legittimo. [di ogni lotta però non ho mai

sbronzato la vittoria

strippato la sconfitta,

ma voluto placare la sete perenne

al calice di gioia della vita.

la riconciliazione è una puttana

cui nell’ora piccola dell’equilibrio,

atavici succhieremo le tette] oppure

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

noi l’abbiamo perduta insieme

a quel Dio/unità-di-misura-infinita:

ne hai gioito. ne ho sofferto.

(di un umano

troppo umano).

posso tutto ciò che voglio (2004)

penso mangerò

infinite lupare ai bordi isosceli di trapezi immaginari

che lombrichi al lungomare di una spiaggia e di un oblò.

e vomiterò

altrettanti invertebrati incubi notturni

che potranno – se vorranno –

essere fatali sulle orme immaginate

di tendoni alati e di invettive contro qualsiasi sorta

 

questo è ciò che penso

e non c’è freddo, e non c’è dove;

questo mi riscalda

le sementi, il buono odore.

di polistirolo,

di credenza, di magone?

vento di sud-est

corna di pavone.

 

poi vivrò

infinite vite

e morrò

infinite morti

a melone,

sui pesanti oblii

da spiazzate vie

de turgibus molestibus

I wanna see you soon.